L'eroina. La droga dei miserabili.
Pretendete di non implorare ciò che vi viene di diritto.
Verità e potere non coincidono mai.
Quanto alla stima e all'amicizia dei grandi scrittori stranieri, probabilmente sono vivo grazie a loro perché se all'estero non avessero seguito con passione e partecipazione il mio caso, temo proprio che non avrei avuto attenzione e protezione dal mio Paese.
La parola non può cambiare le cose ma almeno ci prova.
Un prete che non sta nella sua stanzetta a confessare le vecchiette o a dare le caramelle ai bambini, è un sacerdote che viene visto con sospetto.
Anche il vivere, nella miseria è un insulto.
Dio vuole che la vostra miseria sia il trono della sua misericordia, e le vostre incapacità la sede della sua onnipotenza. Le vostre incapacità non vi impediscono di rientrare in voi stessa: vi impediscono solo di piacere a voi stessa!
Chi cresce attorno al vuoto e ne conosce il morso cerca di tessere una trama robusta e amorevole perché non vi cada piú nessuno.
L'uomo è grande poiché si riconosce miserabile. Un albero non si riconosce miserabile. Si è quindi miserabili perché ci si riconosce miserabili: ma è essere grandi riconoscere che si è miserabili.
Colui che è affamato non ha scelta. Il suo spirito non proviene da dove lui vorrebbe, ma viene dalla fame.
Ad alcuni giovani monaci che brontolavano per la povertà del cibo monastico il grande Antonio disse:- Ricordatevi che ci sono popoli interi il cui pane quotidiano è la fame!
Tutto vince il lavoro improbo, e nelle strettezze miseria che urge.
La prova finale per un gentiluomo è il suo rispetto per coloro che non possono essere di alcuna possibile utilità per lui.
Morire di fame è assai meno doloroso che morire di non libertà.
Chi naviga nel mar delle sensualità si sbarca al porto delle miserie.