Viviamo in un mondo multiculturale sapendo ben poco gli uni degli altri.
Per i palestinesi la terra è tutto. Sono diversi dai loro fratelli beduini che vagano per il deserto, dai fratelli di città attaccati alle loro botteghe e dai fellah delle oasi che lavorano la terra dei padroni.
È impossibile definire la propria identità finché non la si è confrontata con le altre.
Sono indispensabili due elementi: la consapevolezza di essere miseri e oppressi, e la convinzione che miseria e oppressione non fanno parte dell'ordine naturale del mondo.
In politica non occorre fare nulla: metà dei problemi è irrisolvibile e l'altra metà è destinata a risolversi da sola.
L'essenziale, in politica, è sapere aspettare: il più bravo a farlo vince la partita.
Le persone che non possono riconoscere una palpabile assurdità sono molto avanti nel cammino della civilizzazione.
Non so perché, ma mi piace il sassofono.
Sono un uomo semplice, io. Dev'essere per questo che sono un incompreso.
C'è uno scopo nella nostra vita che ogni giorno ci tira per la manica come un'irritante distrazione.
Nella vita l'unica cosa certa è la morte, cioè l'unica cosa di cui non si può sapere nulla con certezza.
Ad Hollywood mi sono trovato sia bene sia male. Ho lavorato con grandi produttori come la Disney ed ho imparato molto, ma non mi capacito di quanti soldi sprecano.
La malattia della cultura del XX secolo è l'incapacità di percepire la realtà. Le masse si raccolgono davanti alla televisione a guardare teleromanzi, film, idoli rock, e vivono selvagge emozioni attraverso questi simboli; ma nelle loro vite quotidiane sono emotivamente morte.
Tutto è incomprensibile perché è umano.
Le donne non le capisco. Sono tutte un bellissimo, fantastico mistero.
L'egoismo non pecca tanto nelle azioni quanto nelle incomprensioni.