La vita, si direbbe, è fatta di recidive e anche la morte dev'essere una specie di recidiva.

Samuel Beckett
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La nostra interpretazione

Samuel Beckett, attraverso questa frasata profonda e ironica, ci invita a considerare la natura ciclica della nostra esistenza. La ripetizione di episodi simili nella vita quotidiana suggerisce un ciclo che non si conclude mai veramente; piuttosto continua in forme diverse o nascoste. Anche l'idea dell'estinzione personale viene vista come parte integrante di questo processo continuo, dove anche la morte può essere percepita come una forma di ripetizione, forse un ritorno a uno stato precedente che esiste oltre le nostre percezioni della vita e del tempo. Questa riflessione invita al pensiero su quanto sia difficile definire il confine tra l'esistenza attiva nella società umana e ciò che accade prima o dopo di essa, suggerendo una continuità in cui la morte non è tanto un fine ma potenzialmente un'ulteriore fase dell’esistere.

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