Non ci può essere gioia nella vita senza la gioia del lavoro.
Imperfettamente conosciamo e imperfettamente amiamo.
I doni della grazia si aggiungono alla natura in modo da non toglierla di mezzo, ma da perfezionarla: perciò anche il lume della fede che ci fu infuso per grazia non distrugge il lume della conoscenza naturale che in noi è naturalmente presente.
Nulla è nella mente che prima non sia stato nei sensi.
In Dio si trovano le perfezioni di tutte le cose.
Il maestro si limita a «muovere», a stimolare il discepolo e il discepolo solo se risponde a questo stimolo - sia durante che dopo l'esposizione del maestro - arriva ad un vero apprendimento.
La nostra vita passa in trasformazioni.
La tragedia della vita è ciò che muore dentro ogni uomo col passar dei giorni.
Come una macchia all'estremità della cornea che si vede sempre quando non la si guarda e a chi la vuol guardare sfugge la vita non si può né fuggire né possedere... se non che uno voglia chiuder gli occhi per sempre.
La vita era una tragedia, e noi nella migliore delle ipotesi potevamo trasformarla in una commedia.
Meglio aggiungere vita ai giorni che non giorni alla vita.
Non credo che la vita delle attrici sia poi così eccezionale.
La vita la si può fissare solo sui cuori e sulle pietre; il resto se ne va come le lunghe file di tronchi alla deriva sulle acque invernali.
È un gran privilegio aver vissuto una vita difficile.
La descrizione della vita, una grande parte della quale, quella di cui tutti sanno e non parlano, è eliminata, si fa tanto più intensa della vita stessa.
Vivere solo la propria vita è un po' pochino e forse anche un po' egoistico.