Essere dipendenti vuol dire essere poveri, essere indipendenti vuol dire accettare di non arricchirsi.— Serge Latouche
Essere dipendenti vuol dire essere poveri, essere indipendenti vuol dire accettare di non arricchirsi.
Per fare in modo che il mondo che noi vogliamo non assomigli troppo a quello in cui viviamo oggi, è tempo di decolonizzare il nostro immaginario. Non è affatto sicuro che ci restino ancora trent'anni.
Oggi più che mai lo sviluppo sacrifica le popolazioni e il loro benessere concreto e locale sull'altare del «benavere» astratto, deterritorializzato.
La pubblicità ci fa desiderare quello che non abbiamo e disprezzare quello che già abbiamo. Crea incessantemente l'insoddisfazione e la tensione del desiderio frustrato.
Per permettere alla società dei consumi di continuare il suo carosello diabolico sono necessari tre ingredienti: la pubblicità, che crea il desiderio di consumare, il credito, che ne fornisce i mezzi, e l'obsolescenza accelerata e programmata dei prodotti, che ne rinnova la necessità.
Io ho sognato, un Giappone unificato, in una nazione forte, indipendente e moderna e ora noi abbiamo ferrovie, cannoni e abiti occidentali, ma... non possiamo dimenticare chi siamo, ne da dove veniamo.
Io ho settant'anni. E i miei settant'anni fanno una montagna su di me. Una montagna di vita libera, indipendente. Questa è la mia fierezza, anzi grandezza.
Non c'è pienezza di felicità, senza pienezza d'indipendenza.
Non copio le vite degli altri, non imito le loro azioni.
La felicità è di coloro che sono sufficienti a se stessi.
Non credo che l'uomo possa mai sopportare insieme una completa indipendenza religiosa e un'intera libertà politica e sono portato a pensare che, se egli non ha fede, bisogna che serva e, se è libero, che creda.
La mia indipendenza, che è la mia forza, implica la solitudine, che è la mia debolezza.
La mia sensazione è che noi ci siamo trovati in una situazione in cui l'autonomia e l'indipendenza, interna ed esterna, è arrivata a un punto di rottura. Davvero siamo in un momento di crisi dello Stato di diritto.
Mi piace davvero tanto essere indipendente e non vorrei mai farmi portare in giro da altri se dovessi rompermi un osso.
Personalmente ritengo che, affinché un giornale svolga al meglio la sua funzione, debba agire da solo.