Non so se sono stata donna, non so se sono stata spirito. Son stata amore.
— Sibilla Aleramo
3
La nostra interpretazione
L’io che parla mette in discussione la propria identità più ovvia: non è certa di essere stata solo corpo, ruolo sociale, figura riconoscibile come donna, né di essere stata soltanto una presenza immateriale, distaccata, puramente spirituale. Tutte queste definizioni appaiono improvvisamente limitate, incapaci di contenere ciò che più profondamente la definisce. Da questa incertezza nasce però una certezza più grande: l’essenza della sua esistenza coincide con l’amare. Esistere significa essersi fatta veicolo di un sentimento che supera le categorie convenzionali e i confini del genere o dell’anima.
In questa prospettiva, l’amore non è soltanto un’emozione o un rapporto tra persone, ma diventa la sostanza stessa dell’essere, la forma in cui ci si manifesta al mondo. Il soggetto si riconosce completamente in questa forza, fino a fondersi con essa: non ha soltanto provato amore, è stato amore. In ciò risuona un’idea di totale dedizione, quasi una vocazione, in cui la persona, i suoi confini e le sue definizioni sociali si sciolgono in qualcosa di più grande, universale e assoluto. L’identità più autentica non è quella attribuita dall’esterno, ma quella che nasce dall’intensità e dalla verità del sentire. L’amore diventa così la risposta ultima alla domanda su chi si è stati davvero nella propria vita.
Altre frasi di Sibilla Aleramo
Tutte le frasi di Sibilla Aleramo