Il governo non è bello se non è litigarello.— Silvio Berlusconi
Il governo non è bello se non è litigarello.
Più mi attaccano più sarà forte, determinata, inflessibile la mia opposizione.
La relazione tra la mia esperienza di imprenditore e quella di politico risiede in un'unica parola: libertà.
Sono editore de Il Giornale da molti anni e ne ho rispettato l'indipendenza, non usandolo mai ‐ così come non ho usato le reti Tv ‐ per portare avanti iniziative nell'interesse della Fininvest.
Se fossi chiamato a scegliere il sindaco di Roma non avrei un attimo d'esitazione: sceglierei Fini, perché è l'esponente che raggruppa quell'area moderata che se unita può garantire uno sviluppo del Paese.
Mi piace credere che la gente a lungo andare faccia di più per promuovere la pace dei nostri governi. Davvero io credo che la gente voglia così tanto la pace che uno di questi giorni i governi faranno meglio a farsi da parte e lasciare che la gente la ottenga.
Più che un governo che nasca da un compromesso fra destra e sinistra, quello di cui avremmo bisogno è un governo che le sfidi entrambe.
Un governo che ruba a Pietro per pagare Paolo potrà sempre contare sul supporto di Paolo.
Dato il politeismo dei valori e il conflitto tra gli interessi, data l'incertezza delle previsioni riguardanti gli effetti futuri di decisioni presenti, definire il «buon governo» in modo rigoroso e non controverso è impossibile.
Uno dei problemi chiave di oggi è che la politica è una vergogna, la gente per bene non va al governo.
Sotto un governo che imprigiona ingiustamente uno qualsiasi dei suoi soggetti, il vero posto del giusto è la prigione.
La storia dimostra che tutte le dittature, tutte le forme autoritarie di governo sono transitorie. Soltanto i sistemi democratici non sono transitori.
Finché vedrete qualcuno nell'anticamera dei giudici e dei tribunali, il governo non val nulla. È un orrore che si sia costretti a chiedere giustizia.
La forma di governo più adatta a un artista è l'assenza di qualunque governo.
La storia ci fa conoscere che le classi governanti hanno sempre procurato di parlare al popolo il linguaggio che stimavano non il più vero, ma il più conveniente allo scopo a cui miravano.