L'amore rimarrà sempre un'emozione, non ha niente di ragionevole: è una straordinaria follia vissuta insieme dal corpo e dall'anima, che li compromette irrevocabilmente.

Stefano Zecchi
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La nostra interpretazione

L’amore viene descritto come un’esperienza che sfugge a ogni tentativo di incasellamento razionale. Non è un calcolo, non obbedisce alla logica, né può essere completamente spiegato o giustificato. È una forza che trascina la persona oltre il controllo della mente, coinvolgendo ogni parte dell’essere. Il corpo e l’anima non restano spettatori, ma diventano partecipi e complici di uno stato che assomiglia alla follia, non in senso distruttivo, ma come uscita dalle misure abituali con cui si giudica la realtà. Questa follia straordinaria trasforma chi la vive: non si torna indietro uguali a prima. L’espressione della irreversibilità mette in luce che l’amore lascia tracce profonde, talvolta dolci, talvolta dolorose, ma comunque impossibili da cancellare. Coinvolgendo sia la dimensione fisica che quella spirituale, l’esperienza amorosa compromette l’integrità precedente, la sconvolge, e allo stesso tempo la arricchisce. In questo paradosso tra irrazionalità e intensità, l’amore appare come una delle avventure più umane e radicali: un rischio consapevole, un abbandono fiducioso a qualcosa che non si può possedere né controllare completamente, ma che, proprio per questo, si rivela autentico e assoluto.

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