Alcune persone non sono abituate a un ambiente in cui è richiesta eccellenza.
Ognuno ha la percezione che "adesso" è uno di quei momenti in cui stiamo influenzando il futuro.
Negli ultimi 33 anni, mi sono guardato ogni mattina allo specchio chiedendomi: 'Se oggi fosse l'ultimo giorno della mia vita, vorrei fare quello che sto per fare oggi?'. E ogni qualvolta la risposta è no per troppi giorni di fila, capisco che c'è qualcosa che deve essere cambiato.
Mettiamoci a inventare il domani invece di preoccuparci di ciò che è accaduto ieri.
Siate affamati! Siate folli!
Siamo qui per lasciare una traccia nell'universo altrimenti per cos'altro saremmo qui?
Noi siamo quello che facciamo costantemente, l'eccellenza quindi non è un atto ma un'abitudine.
L'eccellenza in un campo qualsiasi può essere raggiunta solo attraverso il lavoro di una vita: non si può acquistare ad un prezzo inferiore.
Siamo quello che facciamo ripetutamente. L'eccellenza non è dunque un atto, ma un'abitudine.
È vergognoso esser stanchi d'indagare se ciò che cerchiamo è eccellente.
Quanto meno un uomo è giustificato nel pretendere eccellenza per sé stesso, tanto più egli è pronto a pretendere eccellenza per la sua nazione, la sua religione, la sua razza o la sua sacra causa.
Dalla culla e non dalla scuola deriva l'eccellenza di qualunque ingegno.
Dovunque e comunque si manifesti l'eccellenza, subito la generale mediocrità si allea e congiura per soffocarla.