Siamo quello che facciamo ripetutamente. L'eccellenza non è dunque un atto, ma un'abitudine.— Aristotele
Siamo quello che facciamo ripetutamente. L'eccellenza non è dunque un atto, ma un'abitudine.
La saggezza è imperativa, perché il suo fine è quello di determinare ciò che si deve e che non si deve fare.
Tutta l'educazione proviene dalla madre.
Colui che affronta, pur temendole, le cose che si deve, e che corrispondentemente ha ardire come e quando si deve, è coraggioso.
Le radici della cultura sono amare, ma i frutti sono dolci.
Compiendo cose giuste diventiamo giusti, compiendo cose moderate diventiamo moderati, facendo cose coraggiose, coraggiosi.
Quanto meno un uomo è giustificato nel pretendere eccellenza per sé stesso, tanto più egli è pronto a pretendere eccellenza per la sua nazione, la sua religione, la sua razza o la sua sacra causa.
Dovunque e comunque si manifesti l'eccellenza, subito la generale mediocrità si allea e congiura per soffocarla.
L'eccellenza in un campo qualsiasi può essere raggiunta solo attraverso il lavoro di una vita: non si può acquistare ad un prezzo inferiore.
Alcune persone non sono abituate a un ambiente in cui è richiesta eccellenza.
È vergognoso esser stanchi d'indagare se ciò che cerchiamo è eccellente.
Noi siamo quello che facciamo costantemente, l'eccellenza quindi non è un atto ma un'abitudine.
Dalla culla e non dalla scuola deriva l'eccellenza di qualunque ingegno.