Quali sono i dolori più atroci? Per me sono sempre quelli presenti.
Mentre mi addormento, cerco di immaginare un mondo futuro in cui non ci siano Hunger Games o Capitol City. Un posto come il prato della canzone che ho cantato quando è morta Rue. Dove il figlio di Peeta potrebbe essere al sicuro.
Se c'è una cosa che essere un vincitore non garantisce è la salvezza dei propri figli.
C'è qualcosa di profondamente sbagliato in una creatura che sacrifica la vita dei propri figli per appianare le divergenze.
Porto le mani alla testa e poi me le lascio cadere in grembo, viscide di sangue. L'ultima cosa che ricordo è una farfalla verde e argento, di una squisita bellezza, che si posa sulla curva del mio polso.
Sappiamo entrambi che devono avere un vincitore.
Il presente non è che il rovescio d'una splendida tappezzeria: quando saremo passati dall'altro lato e la vedremo come storia, allora solo potremo equamente valutarne il merito.
Già morta, già cosa, quando ancora dobbiamo viverla, la nostra epoca è sola nella storia e codesta solitudine storica influisce fin sulle nostre percezioni: ciò che noi vediamo "non ci sarà più"; si riderà delle nostre ignoranze, ci si indignerà delle nostre colpe. Quale risorsa ci rimane?
Non lasciare mai che il futuro ti disturbi. Lo incontrerai, se così deve essere, con gli stessi poteri della ragione che oggi ti armano contro il presente.
Tutti biasimano il loro tempo presente.
Le paure presenti sono minori delle orribili immaginazioni.
La verità è che la memoria non consiste affatto nelle nostre regressioni dal presente al passato, ma nel fare progressi dal passato al presente.
Vivete ora, vivete nel momento. Il futuro non esiste. Siatene coscienti. Persino la morte non conta... ancora.
Nessuno si è mai sentito felice nel presente a meno che non fosse ubriaco.
Il più insignificante presente ha, rispetto al più insignificante passato, il vantaggio della realtà.
Lasciare uno bene presente per paura di uno male futuro è el più delle volte pazzia.