Quali sono i dolori più atroci? Per me sono sempre quelli presenti.
L'uccello, la spilla, la canzone, le bacche, l'orologio, il pane tostato, il vestito consumato dal fuoco. Io sono la ghiandaia imitatrice. Quella che è sopravvissuta nonostante i piani di Capitol City. Il simbolo della ribellione.
A un certo punto devi smettere di correre e voltarti e affrontare chi ti vuole morto. Il difficile è trovare il coraggio di farlo.
Tradimento. È la mia prima sensazione, ed è grottesca. Perché, per esserci un tradimento, dovrebbe esserci stata fiducia, prima.
Sappiamo entrambi che devono avere un vincitore.
Tecnicamente sono disarmata. Ma non si dovrebbero mai sottovalutare i danni che possono provocare le unghie, specialmente se il bersaglio è impreparato.
Il futuro ci tormenta, il passato ci trattiene, è per questo che il presente ci sfugge.
Io ho compreso che il passato ed il futuro sono vere illusioni, che essi esistono nel presente, che è quello che c'è ed è tutto quello che c'è.
Esiste un solo momento nella vita per volersi bene, e quel momento è ora.
Mi interessa il presente come un racconto la cui conclusione viene continuamente rinviata, un romanzo di grande suspense di cui sfuggono quasi sempre gli sviluppi, con un finale imprevedibile, la cui sola certezza è che qualunque cosa in ogni momento può accadere.
Volevano trasformare il loro presente in un futuro che avrebbe potuto sopravvivere alla loro morte.
Noi leggiamo il passato alla luce del presente, e le forme variano mentre le ombre cadono, o mentre il punto di visione si altera.
Uno non sa mai se il presente sia per lui la fine d'un passato o il principio d'un futuro: una conclusione o un antefatto.
Bisogna adattarsi al presente, anche se ci pare meglio il passato.
Fra l'infanzia e il troppo tardi: là in mezzo. Là in mezzo c'è adesso.
Il presente è saturo del passato e gravido dell'avvenire.