Un romanzo è una impressione, non un argomento.
La più vigorosa espressione di una decisione non coincide sempre col massimo vigore della decisione medesima.
Alcune persone vorrebbero che la loro fortuna fosse imburrata.
Pazienza, quella mescolanza di coraggio morale e pavidità fisica.
Vi è una loquacità che non dice nulla e vi è un silenzio che dice molto.
Il silenzio di quell'uomo è magnifico da ascoltare.
L'unica cosa che possiamo chiedere a priori a un romanzo, senza esporci a un'accusa di arbitrarietà, è di essere interessante.
Un romanzo che non scopra un segmento di esistenza finora sconosciuto è immorale. La conoscenza è l'unica moralità del romanzo.
Romanzo. Racconto gonfiato. Un genere di composizione che ha con la letteratura lo stesso rapporto delle vedute panoramiche nei confronti dell'arte.
L'unica ragione che abbia un romanzo di esistere è che cerca di rappresentare la vita.
Il romanziere non deve render conto a nessuno, tranne che a Cervantes.
Il bel romanzo non deve essere la storia di un'eccezione. Deve essere un brano della vita di tutti i giorni, in cui ognuno si riconosca, e che tuttavia insegni agli uomini qualche cosa che non tutti vedevano.
Scrivere oggi un romanzo tradizionale pare anacronistico e temerario come uscire in carrozza e cilindro, generoso e sfortunato come l'ultima carica del Savoia Cavalleria contro i carri armati russi.
È preferibile vivere un romanzo che leggerlo.
I romanzi sentimentali corrispondono a quelle che sono, in medicina, storie cliniche.
Chissà se il romanzo non sarà una realtà più perfetta e una vita che Dio crea attraverso noi, e se noi chissà, esistiamo soltanto per creare?