Un romanzo è una macchina per generare interpretazioni.
In fondo la gaffe nasce sempre da un atto di sincerità non mascherata; quando la sincerità è voluta non si ha gaffe ma sfida e provocazione.
Il mondo possibile della narrativa è l'unico universo in cui noi possiamo essere assolutamente sicuri di qualcosa, e che ci fornisce una idea molto forte di Verità.
Si deve smantellare la serietà degli avversari con il riso, e il riso avversare con la serietà.
Nulla infonde più coraggio al pauroso della paura altrui.
Quando ho voglia di leggere un romanzo, ne scrivo uno.
Il romanzo è il privilegio dei ricchi, non la professione dei disoccupati. Il povero deve essere pratico e prosaico.
Se ha intenzione di scrivere romanzi, una donna deve possedere denaro e una stanza tutta per sé.
Un romanzo non è mai altro che una filosofia tradotta in immagini.
Chiunque può scrivere un romanzo di tre volumi. Richiede semplicemente una totale ignoranza della vita e della letteratura.
Un romanzo che non scopra un segmento di esistenza finora sconosciuto è immorale. La conoscenza è l'unica moralità del romanzo.
I romanzieri, sottoscritto compreso, non capiscono molto di quel che fanno, non sanno perché funziona quando va bene, non sanno perché non funziona quando va male.
Il romanzo meraviglioso nasce dalla capacità del romanziere di interpretare le maschere degli uomini attraverso la sua maschera-psiche per farne i volti dei suoi personaggi.
Tutti i romanzieri, forse, non scrivono che una sorta di tema (il primo romanzo) con variazioni.
Romanzo. La grande forma della prosa in cui l'autore, attraverso degli io sperimentali (i personaggi), esamina fino in fondo alcuni grandi temi dell'esistenza.