Un romanzo o si scrive o si vive.— Luigi Pirandello
Un romanzo o si scrive o si vive.
Vorrei saper la musica per esprimere, senz'essere inteso da nessuno.
Il piacere che un oggetto ci procura non si trova nell'oggetto per se medesimo. La fantasia lo abbellisce cingendolo e quasi irraggiandolo d'immagini care. Nell'oggetto insomma amiamo quel che vi mettiamo di noi.
Sorte miserabile quella dell'eroe che non muore, dell'eroe che sopravvive a se stesso.
La vita è tutta una bestialità, e allora dica un po' lei che cosa significa il non averne commessa nessuna: significa per lo meno non aver vissuto.
Un romanzo non è mai altro che una filosofia tradotta in immagini.
Quando ho voglia di leggere un romanzo, ne scrivo uno.
L'arte dello scrivere romanzi consiste nel saper mentire.
Il romanzo non deve avere alcuna fretta. In passato anche la fretta poteva rientrare nella sua sfera, oggi è passata al film; confrontato ad esso, il romanzo frettoloso è destinato a restare sempre inadeguato.
Scrivere romanzi è un buon affare quando si è ammogliati con la critica.
I romanzi lunghi scritti oggi forse sono un controsenso: la dimensione del tempo è andata in frantumi, non possiamo vivere o pensare se non spezzoni di tempo che s'allontanano ognuno lungo una sua traiettoria e subito spariscono.
Tutti i romanzieri, forse, non scrivono che una sorta di tema (il primo romanzo) con variazioni.
Non c'è niente di più distante dalla vita delle persone che lo scrivere romanzi. Per questo fanno bene al cuore.
È preferibile vivere un romanzo che leggerlo.
I romanzieri, sottoscritto compreso, non capiscono molto di quel che fanno, non sanno perché funziona quando va bene, non sanno perché non funziona quando va male.