I grandi romanzi sono grandi fiabe.— Vladimir Nabokov
I grandi romanzi sono grandi fiabe.
Esiste una sola scuola: quella del talento.
Sono così orgoglioso della mia conoscenza di un qualcosa, fino ad essere modesto su quello che non conosco per nulla.
La satira è una lezione, la parodia un gioco.
Penso come un genio, scrivo come uno scrittore brillante, e parlo come un bambino.
Lo scrittore è colui che dà importanza alle inezie.
Quando ho voglia di leggere un romanzo, ne scrivo uno.
L'unica cosa che possiamo chiedere a priori a un romanzo, senza esporci a un'accusa di arbitrarietà, è di essere interessante.
Scrivere oggi un romanzo tradizionale pare anacronistico e temerario come uscire in carrozza e cilindro, generoso e sfortunato come l'ultima carica del Savoia Cavalleria contro i carri armati russi.
Quando scrivo un romanzo, lo sento riuscito se sono riuscito ad andare al di là di me stesso e, quindi, se sono entrato nella carne viva dell'umano.
I romanzi sentimentali corrispondono a quelle che sono, in medicina, storie cliniche.
Il romanzo è il privilegio dei ricchi, non la professione dei disoccupati. Il povero deve essere pratico e prosaico.
Chissà se il romanzo non sarà una realtà più perfetta e una vita che Dio crea attraverso noi, e se noi chissà, esistiamo soltanto per creare?
L'unica ragione che abbia un romanzo di esistere è che cerca di rappresentare la vita.
I romanzieri, sottoscritto compreso, non capiscono molto di quel che fanno, non sanno perché funziona quando va bene, non sanno perché non funziona quando va male.
È preferibile vivere un romanzo che leggerlo.