Il romanzo è la favola delle fate di chi non ha immaginazione.
Ci basta l'incomprensibilità dell'universo; volerlo comprendere significa essere meno che uomini, perché essere uomini è sapere che non si comprende.
L'unico comportamento degno di un uomo superiore è la persistenza tenace di un'attività che si riconosce inutile, l'abitudine a una disciplina sterile, l'uso fisso di norme del pensiero filosofico e metafisico che comprendiamo non essere di alcuna importanza.
L'arte è l'espressione intellettuale dell'emozione, distinta dalla vita, che è l'espressione volitiva dell'emozione.
Quando parlo con sincerità non so con quale sincerità parlo. Sono variamente altro da un io che non so se esiste.
Alcuni hanno un grande sogno nella vita e mancano a quel sogno. Altri nella vita non hanno nessun sogno, e mancano anche a quello.
Già il fatto che un libro sia un romanzo non depone a suo favore, è un connotato lievemente losco, come i berretti dei ladruncoli, i molli feltri dei killers, gli impermeabili delle spie.
Quando scrivo un romanzo, lo sento riuscito se sono riuscito ad andare al di là di me stesso e, quindi, se sono entrato nella carne viva dell'umano.
Romanzo. La grande forma della prosa in cui l'autore, attraverso degli io sperimentali (i personaggi), esamina fino in fondo alcuni grandi temi dell'esistenza.
Il romanziere è lo storico del presente, mentre lo storico è il romanziere del passato.
Un romanzo è una macchina per generare interpretazioni.
È preferibile vivere un romanzo che leggerlo.
Vi sono tre regole fondamentali per scrivere un romanzo. Per sfortuna nessuno le conosce.
I grandi romanzi sono grandi fiabe.
Il romanzo non deve avere alcuna fretta. In passato anche la fretta poteva rientrare nella sua sfera, oggi è passata al film; confrontato ad esso, il romanzo frettoloso è destinato a restare sempre inadeguato.