Il romanzo è la favola delle fate di chi non ha immaginazione.— Fernando Pessoa
Il romanzo è la favola delle fate di chi non ha immaginazione.
Fortunatamente per l'umanità, ogni uomo è solo ciò che è, e solo al genio viene concesso di essere anche qualcun altro.
Quelli che soffrono davvero non formano la plebe, non formano un gruppo. Chi soffre, soffre in solitudine.
Un uomo, se possiede la vera sapienza, sa godere dell'intero spettacolo del mondo da una sedia, senza saper leggere, senza parlare con nessuno, solo con l'uso dei sensi e con l'anima che non sappia essere triste.
Passare dai fantasmi della fede agli spettri della ragione è solamente un cambiare di cella.
La stessa copula è appena un contatto, un contatto di sfregamento ravvicinato, ma non una penetrazione reale, almeno di un corpo da parte di un altro corpo.
Quando ho voglia di leggere un romanzo, ne scrivo uno.
L'arte dello scrivere romanzi consiste nel saper mentire.
Fare oggi un romanzo tradizionale ha lo stesso senso che conquistare oggi l'Eritrea o fondare oggi la Fiat.
È preferibile vivere un romanzo che leggerlo.
I romanzi sentimentali corrispondono a quelle che sono, in medicina, storie cliniche.
Scrivere romanzi è un buon affare quando si è ammogliati con la critica.
L'unica cosa che possiamo chiedere a priori a un romanzo, senza esporci a un'accusa di arbitrarietà, è di essere interessante.
Il romanzo, creatura di tempi più calmi, può portare qualcosa dell'antica calma nella nostra attuale precipitazione. Per molte persone potrebbe servire come un rallentatore; potrebbe incitare a perseverare; potrebbe rimpiazzare le vuote meditazioni dei loro culti.
Vi sono tre regole fondamentali per scrivere un romanzo. Per sfortuna nessuno le conosce.
Chiunque può scrivere un romanzo di tre volumi. Richiede semplicemente una totale ignoranza della vita e della letteratura.