La satira è una lezione, la parodia un gioco.
Ho scoperto nella natura le delizie inutili che ho cercato nell'arte. Entrambi erano una forma di magia, entrambi erano un gioco di incanto intricato e inganno.
Lo scrittore è colui che dà importanza alle inezie.
Come per il resto, non sono più colpevole, nell'imitare la 'vita reale', di quanto la 'vita reale' sia responsabile nel plagiarmi.
La vita è una grande sorpresa. Non vedo perché la morte non potrebbe esserne una anche più grande.
Certe persone e io sono fra loro, odiano il lieto fine. Ci sentiamo defraudati. Il dolore è la norma.
La satira non sceglie né conosce i suoi oggetti. Nasce nella fuga da essi, che le premono addosso.
Lo scrittore satirico non può mai sacrificare qualcosa di superiore per una battuta: perché la sua battuta è sempre superiore a ciò che sacrifica.
La satira è un atto sovrumano, perché ci vuole molta grandezza e molto coraggio per calpestare figuratamente la dignità umana.
La satira è estranea a qualsiasi ostilità e significa una benevolenza per una totalità ideale, che essa raggiunge non andando contro ma attraversando i singoli esseri reali.
La satira è un gradino sotto l'ironia.
La satira non ha padroni, quindi sta bene sotto ogni padrone.
È tanto difficile fare della buona satira a spese di un uomo di chiara malvagità, quanto lo è lodar bene un uomo di chiare virtù.
Come su individui vivi non si esercita l'anatomia, così non si esercita la satira, pena il non essere sicuri della propria pelle e della propria vita.
Le satire che il censore capisce vengono giustamente proibite.
La satira è una sorta di specchio dove chi guarda scopre la faccia di tutti tranne la propria.