Le satire che il censore capisce vengono giustamente proibite.
Chiedi al tuo prossimo soltanto cose che tu sai meglio di lui. Allora il suo consiglio potrà essere prezioso.
Per l'uomo sano basta la donna. Per l'uomo erotico basta la calza per giungere alla donna. Per l'uomo malato basta la calza.
La donna vera inganna per il piacere. L'altra cerca il piacere per ingannare.
Il genio ha il difetto di venire da una famiglia, e può compensarlo soltanto se non ne lascia nessuna.
Il giornalista è sempre uno che dopo sapeva tutto prima.
La satira non ha padroni, quindi sta bene sotto ogni padrone.
La satira è un atto sovrumano, perché ci vuole molta grandezza e molto coraggio per calpestare figuratamente la dignità umana.
Come su individui vivi non si esercita l'anatomia, così non si esercita la satira, pena il non essere sicuri della propria pelle e della propria vita.
È tanto difficile fare della buona satira a spese di un uomo di chiara malvagità, quanto lo è lodar bene un uomo di chiare virtù.
La satira è estranea a qualsiasi ostilità e significa una benevolenza per una totalità ideale, che essa raggiunge non andando contro ma attraversando i singoli esseri reali.
La satira è una lezione, la parodia un gioco.
La satira non sceglie né conosce i suoi oggetti. Nasce nella fuga da essi, che le premono addosso.
La satira è una sorta di specchio dove chi guarda scopre la faccia di tutti tranne la propria.
La satira ci rende fieri, come se ci riconoscesse uno stato civile artistico, un diploma che ci sollevi dalla mediocrità e dal grigiore delle parti secondarie.
La satira va somministrata con l'imparzialità d'una perfetta burocrazia: senza un occhio di riguardo per nessuno.