Il romanziere non deve render conto a nessuno, tranne che a Cervantes.— Milan Kundera
Il romanziere non deve render conto a nessuno, tranne che a Cervantes.
Irena andò alla finestra per assaporare, nella calma ritrovata, la libertà della solitudine.
Giungere alla conclusione che non ci sono differenze tra colpevole e vittima significa perdere ogni speranza. È questo che si chiama inferno?
Ma che cosa sono la bellezza o la bruttezza di fronte all'amore? Cos'è la bruttezza di un viso di fronte al sentimento nella cui grandezza si rispecchia l'assoluto stesso?
Un amore eccessivo è un amore colpevole.
Una domanda è come un coltello che squarcia la tela di un fondale dipinto per permetterci di dare un'occhiata a ciò che si nasconde dietro.
L'unica cosa che possiamo chiedere a priori a un romanzo, senza esporci a un'accusa di arbitrarietà, è di essere interessante.
Il bel romanzo non deve essere la storia di un'eccezione. Deve essere un brano della vita di tutti i giorni, in cui ognuno si riconosca, e che tuttavia insegni agli uomini qualche cosa che non tutti vedevano.
Il romanzo è il privilegio dei ricchi, non la professione dei disoccupati. Il povero deve essere pratico e prosaico.
Il romanzo è la favola delle fate di chi non ha immaginazione.
Un romanzo che non scopra un segmento di esistenza finora sconosciuto è immorale. La conoscenza è l'unica moralità del romanzo.
Fare oggi un romanzo tradizionale ha lo stesso senso che conquistare oggi l'Eritrea o fondare oggi la Fiat.
Chiunque può scrivere un romanzo di tre volumi. Richiede semplicemente una totale ignoranza della vita e della letteratura.
Romanzo. La grande forma della prosa in cui l'autore, attraverso degli io sperimentali (i personaggi), esamina fino in fondo alcuni grandi temi dell'esistenza.
Non c'è niente di più distante dalla vita delle persone che lo scrivere romanzi. Per questo fanno bene al cuore.