Il romanziere non deve render conto a nessuno, tranne che a Cervantes.— Milan Kundera
Il romanziere non deve render conto a nessuno, tranne che a Cervantes.
La vera bontà dell'uomo si può manifestare in tutta purezza e libertà solo nei confronti di chi non rappresenta alcuna forza.
L'esistenza non è ciò che è avvenuto, l'esistenza è il campo delle possibilità umane, di tutto quello che l'uomo può divenire, di tutto quello di cui è capace.
Sapete chi sono i più grandi misogini di questa terra? Le donne.
Molta la gente, pochi i gesti.
Ma è proprio il debole che deve esser forte e andar via, quando il forte è troppo debole per poter fare del male al debole.
Quando ho voglia di leggere un romanzo, ne scrivo uno.
Chiunque può scrivere un romanzo di tre volumi. Richiede semplicemente una totale ignoranza della vita e della letteratura.
I romanzi lunghi scritti oggi forse sono un controsenso: la dimensione del tempo è andata in frantumi, non possiamo vivere o pensare se non spezzoni di tempo che s'allontanano ognuno lungo una sua traiettoria e subito spariscono.
Non c'è niente di più distante dalla vita delle persone che lo scrivere romanzi. Per questo fanno bene al cuore.
Il romanzo, creatura di tempi più calmi, può portare qualcosa dell'antica calma nella nostra attuale precipitazione. Per molte persone potrebbe servire come un rallentatore; potrebbe incitare a perseverare; potrebbe rimpiazzare le vuote meditazioni dei loro culti.
Scrivere romanzi è un buon affare quando si è ammogliati con la critica.
È preferibile vivere un romanzo che leggerlo.
L'unica cosa che possiamo chiedere a priori a un romanzo, senza esporci a un'accusa di arbitrarietà, è di essere interessante.
I romanzi sentimentali corrispondono a quelle che sono, in medicina, storie cliniche.
L'unica ragione che abbia un romanzo di esistere è che cerca di rappresentare la vita.