Ahi, cieca umana mente, come i giudizi tuoi son vani e torti!
A re malvagio consiglier peggiore.
Ché nel mondo mutabile e leggiero costanza è spesso il variar pensiero.
Dolce è l'ira in aspettar vendetta.
Muiono le città, muoiono i regni, copre i fasti e le pompe arena ed erba, e l'uom d'esser mortal par che si sdegni: oh nostra mente cupida e superba!
Perduto è tutto il tempo che in amor non si spende.
I giudizi che diamo degli altri dicono ciò che siamo noi stessi.
Nulla, neppure un giudizio giusto, è più intelligente d'una sospensione del giudizio.
Non giudicate, per non essere giudicati; perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati.
È per il nostro senno come per i nostri orologi: nessuno funziona come un altro, eppure ognuno crede al suo.
L'unica capace di giudicare è la parte in causa, ma essa, come tale, non può giudicare. Perciò nel mondo non esiste la vera possibilità di giudizio, ma solo un riflesso.
Non capite, se giudicate.
È un giusto giudizio dei dotti che gli uomini di tutti i tempi abbiano creduto che cosa sia bene e male, degno di lode e di biasimo. Ma è un pregiudizio dei dotti che noi adesso lo sappiamo meglio di qualsiasi altro tempo.
È molto più difficile giudicare se stessi che giudicare gli altri.
Le persone più giudiziose che s'incontrano nella società sono gli uomini d'affari e gli uomini di mondo, che ragionano di quel che vedono e sanno, invece di far delle distinzioni sottili su come le cose dovrebbero essere.
Ecco il giudicio uman come spesso erra!