Non sono le notizie che fanno il giornale, ma il giornale che fa le notizie.
Si può essere colti sia avendo letto dieci libri che dieci volte lo stesso libro. Dovrebbero preoccuparsi solo coloro che di libri non ne leggono mai. Ma proprio per questa ragione essi sono gli unici che non avranno mai preoccupazioni di questo genere.
La comicità è la percezione dell'opposto, del diverso; l'umorismo ne è il sentimento.
È sempre meglio che chi ci incute paura abbia più paura di noi.
L'ambiguità delle nostre lingue, la naturale imperfezione dei nostri idiomi, non rappresentano il morbo postbabelico dal quale l'umanità deve guarire, bensì la sola opportunità che Dio aveva dato ad Adamo, l'animale parlante.
Democrazia è anche accettare una dose sopportabile di ingiustizia per evitare ingiustizie maggiori.
Quello è intelligente come un giornale. Sa tutto. Ciò che sa cambia ogni giorno.
La moltitudine dei giornali è la letteratura e la tirannide degl'ignoranti.
Il pettegolezzo diverte solo noi giornalisti: ce la cantiamo e ce la suoniamo.
Credo nella libertà di espressione, cioè giornali e televisioni liberi di criticare il potere.
Il giornalismo porta a tutto. A condizione di uscirne.
Se i giornali sono utili ad abbattere i tiranni ciò è solo dovuto all'intenzione di instaurare un proprio regime tirannico.
Quei bordelli del pensiero che si chiamano giornali.
Una stampa cinica e mercenaria, prima o poi, creerà un pubblico ignobile.
Bisogna imparare a stare da soli: senza telefonino, senza computer, senza musica, senza televisione, senza messaggini, senza giornali e riviste, almeno per un'ora o qualche ora al giorno. Imparare a pensare, da soli.
La prostituzione del corpo ha in comune col giornalismo la capacità di non dover sentire, ma, rispetto a esso, ha in suo vantaggio la capacità di poter sentire.