Non sono le notizie che fanno il giornale, ma il giornale che fa le notizie.— Umberto Eco
Non sono le notizie che fanno il giornale, ma il giornale che fa le notizie.
Tutti possono dire cose sbagliate, basta che le ragioni siano giuste.
Quando la maggioranza sostiene di avere sempre ragione e la minoranza non osa reagire, allora è in pericolo la democrazia.
Quando la protesta, interpretando così a fondo i sospetti dell'uomo medio, si esercita contro tutto, siamo nel pieno di quella tecnica demagogica che si chiama qualunquismo.
I libri non sono fatti per crederci, ma per essere sottoposti a indagine. Di fronte a un libro non dobbiamo chiederci cosa dica ma cosa vuole dire.
Nella grande sapienza c'è grande dolore, chi aumenta il proprio sapere, aumenta il proprio dolore.
I giornali sono pieni di sacrifici umani: li inscatolano, li rendono accettabili per i lettori; in un certo senso li ritualizzano. La cronaca è un bollettino di esecuzioni.
Giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole si sappia; il resto è propaganda. Il suo compito è additare ciò che è nascosto, dare testimonianza e, pertanto, essere molesto.
La prima condizione della libertà di stampa consiste nel non essere un mestiere.
Il pettegolezzo diverte solo noi giornalisti: ce la cantiamo e ce la suoniamo.
Mai credere né agli specchi né ai giornali.
I giornali stimolano sempre la curiosità: nessuno ne posa uno senza un sentimento di delusione.
Le notizie, se non riportate, non hanno alcun impatto. Tanto valeva che non fossero mai accadute.
Ormai è consenso comune che il popolo italiano non legge i giornali, li ripassa; ch'egli non sa che farne degli articoli di fondo, poiché gli basta il notiziario.
Come diceva Orson Welles, per avere materiale sempre nuovo basta affidarsi alla cronaca.
Il giornalismo porta a tutto. A condizione di uscirne.