Nel giornale si trova tutto. Basta leggerlo con sufficiente odio.
Il sapere tende a farsi vedere. Se lo si tiene segreto, deve vendicarsi.
L'invenzione dell'inferno è la cosa più orrenda, ed è difficile concepire come, dopo questa invenzione, ci si possa ancora aspettare qualcosa di buono dagli uomini.
La parola libertà serve a esprimere una tensione importante, forse la più importante. L'uomo vuole sempre andare via, e se il luogo dove si vuole andare non ha nome, se è indefinito, senza confini, allora lo si chiama libertà.
Nulla l'uomo teme di più che essere toccato dall'ignoto.
E qual è il peccato originale degli animali? Perché gli animali subiscono la morte?
Per un giornalista un essere umano è un oggetto avvolto nella pelle.
Io non amo la stampa. Non ho simpatia per la superficialità ed inesattezza.
Il giornalista deve avere sempre e comunque una religione del dubbio.
Tutti i giornalisti sono, per via del loro mestiere, degli allarmisti; è il loro modo di rendersi interessanti.
La prima condizione della libertà di stampa consiste nel non essere un mestiere.
Una stampa cinica e mercenaria, prima o poi, creerà un pubblico ignobile.
Se le parole sono state inventate per nascondere il pensiero, allora i giornali sono un grande miglioramento di una pessima invenzione.
Una ragazza delle medie una volta mi scrisse: perché sui giornali si parla solo delle cose che succedono e mai della vita? Anche la vita succede.
I giornali testimoniano ogni giorno come la più seria occupazione degli uomini sia sempre l'uccidere altri uomini.
Il giornalista è il solo scrittore che, quando prende la penna, non spera nell'immortalità.