La letteratura come professione è distruttiva: si deve avere più paura delle parole.— Elias Canetti
La letteratura come professione è distruttiva: si deve avere più paura delle parole.
Una frase sola è netta e bella. Già la successiva le toglie qualcosa.
Gradi della disperazione: non ricordarsi di nulla, ricordare qualcosa, ricordare tutto.
Come ogni altra cosa, il potere porta in sé la propria fine.
Una madre è contenta di essere niente altro che una madre; ma dove troveresti un'altra persona che è soddisfatta con questo solo ruolo?
Gli occhi molto belli sono insostenibili, bisogna guardarli sempre, ci si affoga dentro, ci si perde, non si sa più dove si è.
La moltitudine dei giornali è la letteratura e la tirannide degl'ignoranti.
Lo svantaggio della grande letteratura sta nel fatto che ogni stronzo ci si può identificare.
Qualsiasi opera di un uomo, si tratti di letteratura o musica o pittura o architettura, è sempre un suo ritratto.
I tramonti sono ormai sorpassati. Appartengono al periodo in cui Turner era sulla cresta dell'onda. Ammirarli oggi equivale a confessare il proprio provincialismo.
Il più grande capolavoro letterario non è altro che un vocabolario in disordine.
Il mondo può benissimo fare a meno della letteratura. Ma ancor di più può fare a meno dell'uomo.
Miei degni signori, il cibo che v'apparecchio è scarso, scondito e di povera mensa, ma è letteratura e non metafisica.
Quella letteraria è l'unica professione in cui nessuno ti considera ridicolo se non guadagni del denaro.
Malgrado tutto, i letterati rimangono persone di qualità intellettuale, e ignorare certi libri, certe peculiarità della scienza letteraria, resterà sempre, quand'anche si tratti di un uomo di genio, un segno di rozzezza intellettuale.
Rimbaud dalla letteratura passò alla vita: io ho fatto il contrario.