Il qualunquismo è una tara congeniale alla nostra cultura.
Ci vuole sempre qualcuno da odiare per sentirsi giustificati nella propria miseria.
Un sogno è come un libro sacro, e molti di questi non sono altro che sogni.
La creazione, anche se produce l'errore, si dà sempre per amore di qualcuno che non siamo noi.
Come non cadere in ginocchio davanti l'altare della certezza.
Quando entra in gioco il possesso delle cose terrene, è difficile che gli uomini ragionino secondo giustizia.
Il qualunquismo perde sempre, anche se spesso genera un qualunquismo nuovo; perde perché, credendosi supremamente naturale, invece è contro natura.
Quando la protesta, interpretando così a fondo i sospetti dell'uomo medio, si esercita contro tutto, siamo nel pieno di quella tecnica demagogica che si chiama qualunquismo.