Senza la libertà noi non abbiamo niente. Noi non siamo niente.
E questa sera nel letto metterò qualche coperta in più perché sennò avrò freddo senza averti sempre, senza averti sempre addosso... e sarà triste lo so ma la tristezza però si può racchiudere dentro una canzone che canterò...
Spesso l'uomo preferisce essere diretto, comandato, obbligato da una autorità superiore, perché questo lo solleva dal peso della responsabilità e dall'angoscia dei sensi di colpa, e quindi dal dover fare i conti con la propria coscienza.
L'individuo deve trovare in sé la forza di equilibrare vizi, piaceri, deviazioni. Se non dovesse riuscirci potrebbe forse essere considerato un debole, un malato. Certo non un criminale.
Se c'è qualcosa che non ti va... dillo alla Luna! Può darsi che porti fortuna... dirlo alla Luna!
La stampa è veloce nell'informare ma dannatamente ritardata nel comprendere.
L'uomo crede di volere la libertà. In realtà ne ha una grande paura. Perché? Perché la libertà lo obbliga a prendere delle decisioni, e le decisioni comportano rischi.
La religione e il clero sono state e forse resteranno, ancora per lungo tempo, tra i più importanti nemici del progresso e della libertà.
La concezione aristocratica della libertà produce, presso quelli che così sono stati educati, un sentimento esaltato del loro valore individuale e un gusto appassionato per l'indipendenza.
La libertà comincia dall'ironia.
La libertà è un lusso.
La massima fondamentale dell'uomo libero è quella di vivere nell'amore per l'azione e di lasciar vivere avendo comprensione per la volontà altrui.
Non è la libertà che manca. Mancano gli uomini liberi.
La libertà è una e indivisibile; essa non può essere "privilegio" di individui, di gruppi, di classi.
La libertà più irriducibile alla deformazione ideologica è la stessa esistenza dell'individuo nel suo giore e nel suo patire.
In fondo nella vita, la più grande affermazione di libertà è quella di chi si crea una prigione.