Una città senza il teatro è una città incivile.
Senza il teatro non ci sarebbe la televisione e nemmeno il cinema.
Come mi ha insegnato Eduardo in tanti anni, per farci capire al Nord bisogna parlare un napoletano, chiamiamolo piccolo-borghese, cioè parlare in italiano con l'accento napoletano, però lasciando alcune battute napoletane perché piacciono molto.
Se uno spettacolo non va bene sto male, sto proprio male. Io voglio solo che vada tutto bene, che le persone ridano, che si divertano, che escano contente e quando vedono gli amici dicano 'oh, guarda quello è troppo forte!'. Questo è il successo, questo è il teatro.
Il teatro è anche finzione solo perché è anzitutto segno.
E' un peccato che lo spettacolo non sia più sullo schermo, gli italiani ne avrebbero bisogno: non c'è più un varietà che unisce la famiglia. Tutte le sere la gente viene a teatro, anche se piove, anche se non trova il parcheggio, viene ed è felice.
Il cinema non ti dà la possibilità di incontrare il pubblico o di ricevere un applauso.
Il teatro può diventare spaventosamente ripetitivo.
A volte è solo uscendo di scena che si può capire quale ruolo si è svolto.
Quello che si dà in teatro, in disco non lo si può dare.
Una volta si pensava che il doppiaggio potesse nascondere ogni inesperienza, oggi si considera che una serie di telepromozioni possa fare curriculum... Per dirigere un attore di teatro bisogna saperlo fare, probabilmente molti registi si sottostimano.
La terra è un teatro, ma ha un repertorio deludente.
Mi sento più vivo in un teatro che in qualunque altro posto, ma quello che faccio in teatro l'ho preso dalla strada.
A teatro, di solito, il fascino sono venti ballerine in fila che fanno tutte la stessa cosa. Si presume che venti donne siano più affascinanti che una.