Dalla paura di tutti nasce nella tirannide la viltà dei più.— Vittorio Alfieri
Dalla paura di tutti nasce nella tirannide la viltà dei più.
Il lusso - che io definirei l'immoderato amore ed uso degli agi superflui e pomposi - corrompe in una nazione ugualmente tutti i ceti diversi.
Tutti gli amori dell'uomo, ancorché diversi, hanno lo stesso motore.
Mi disturba la morte, è vero. Credo che sia un errore del padreterno. Non mi ritengo per niente indispensabile, ma immaginare il mondo senza di me: che farete da soli?
Alto, devoto, mistico ingegnoso; grato alla vista, all'ascoltar, soave; di puri inni celesti armonioso è il nostro Culto, amabilmente grave.
Il pauroso non sa che cosa significa esser solo: dietro la sua poltrona c'è sempre un nemico.
La paura non può essere senza speranza né la speranza senza paura.
È il timore incessante della paura, la paura della paura che modella il viso dell'uomo coraggioso.
La paura è la cosa di cui bisogna aver più paura.
Temer si dee di sole quelle cose c'hanno potenza di fare altrui male; de l'altre no, ché non son paurose.
La paura è uno strano terreno. Vi cresce soprattutto il grano dell'obbedienza, in file facili da sarchiare. Ma talvolta vi crescono le patate della sfida, che si sviluppano sottoterra.
I generali non lottano con la paura della truppa, preferiscono tenerla occupata.
Rifiutarsi di amare per paura di soffrire è come rifiutarsi di vivere per paura di morire.
Senza immaginazione, la paura non esiste.
La paura nasce più tosto che altra cosa.