Dalla paura di tutti nasce nella tirannide la viltà dei più.
Leggere, come io l'intendo, vuol dire profondamente pensare.
Bisogna veramente che l'uomo muoia perché altri possa appurare, ed ei stesso, il di lui giusto valore.
Chi molto legge prima di comporre, ruba senza avvedersene e perde originalità, se ne avea.
Io dico, e credo, e facile mi sarebbe il provare; che il libro è e deve essere la quintessenza del suo scrittore e che se non è tale, egli sarà cattivo, debole, volgare, di poca vita e di effetto nessuno.
La ragione ed il vero sono quei tali conquistatori, che, per vincere e conquistare durevolmente, nessun'altra arme debbono adoperare, che le semplici parole. Perciò le religioni diverse, e la cieca obbedienza, si sono sempre insegnate coll'armi; ma la sana filosofia e i moderati governi, coi libri.
La disperazione è la paura più dannosa di tutte.
La paura di una minaccia esterna, massima garanzia di concordia, teneva uniti gli animi, anche se non mancavano reciproci sospetti e ostilità.
Nulla infonde più coraggio al pauroso della paura altrui.
L'umanità ha paura di se stessa Sta sacrificando la sua libertà alla paura che ha di sé medesima.
La paura degli altri, condita di lamenti, non la posso sopportare.
Non sempre di Codardia compagna è la Paura.
La paura insita nella pronuncia di un nome fa crescere la paura di ciò che esso rappresenta.
Una volta il prete cattolico le si era avvicinato proprio al Queen's Hotel sfoderando l'accendino senza darle il tempo di tirar fuori i fiammiferi. Lei lo ringraziò, ma evitò di conversare, per paura che cercasse di convertirla.
La paura creò gli dei, l'audacia ha creato i re.
A volte, come i bambini che hanno timore del buio, così noi temiamo, alla luce del giorno, per cose altrettanto inconsistenti di quelle di cui al buio ha paura il bambino.