Agisci come se quel che fai facesse la differenza. La fa.
La più grande scoperta della mia generazione è che gli esseri umani possono modificare la propria vita modificando il proprio atteggiamento mentale.
Criticare è valutare, impadronirsi, prendere possesso intellettuale, insomma stabilire un rapporto con la cosa criticata e farla propria.
Quando due persone si incontrano ci sono in realtà sei persone presenti: c'è ogni uomo come egli si vede, ogni uomo come l'altro lo vede, e ogni uomo come egli è in realtà.
Siamo felici perché sorridiamo e non viceversa.
Per tutti i cambiamenti importanti dobbiamo intraprendere un salto nel buio.
Noi atei crediamo di dover agire secondo coscienza per un principio morale, non perché ci aspettiamo una ricompensa in Paradiso.
Agisci in modo da considerare l'umanità, sia nella tua persona, sia nella persona di ogni altro, sempre anche come scopo, e mai come semplice mezzo.
Dobbiamo agire anche nei confronti degli ultimi proprio come vorremmo che il mondo agisse nei nostri.
Agire è credere.
È molto meglio non agire piuttosto che agire inutilmente, frammentariamente, insufficientemente, come fa l'innumerevole superflua inane maggioranza degli uomini.
Occorre agire come se Dio esistesse.
Non abbellire la tua immagine; sia bello invece il tuo agire.
Agire e pensare come tutti non è mai una garanzia e non è sempre una giustificazione.
Non dovremmo mai agire male quando siamo osservati.