L'amore corre ad incontrar l'amore con la gioia con cui gli scolaretti fuggono dai loro libri; ma l'amore che deve separarsi dall'amore ha il volto triste degli scolaretti quando tornano a scuola.

William Shakespeare
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La nostra interpretazione

Viene evocato il doppio volto dell’esperienza amorosa: da una parte la corsa impaziente verso l’altro, dall’altra il peso quasi fisico del distacco. L’incontro è descritto come un moto spontaneo, istintivo, pieno di fervore. Come i bambini che non vedono l’ora di liberarsi dai doveri e correre fuori, così due persone che si amano si cercano con leggerezza, slancio e gioia assoluta. In quei momenti non esistono freni, il tempo scorre veloce e ogni barriera sembra cadere. Quando però arriva il momento di separarsi, anche solo temporaneamente, il sentimento cambia colore. La stessa intensità che prima era entusiasmo diventa malinconia. Il volto si appesantisce, come quello degli scolari che devono tornare ai banchi e rinunciare al gioco. L’amore autentico rivela qui la sua vulnerabilità: più è profondo, più rende doloroso il distacco. Non si tratta di un capriccio passeggero, ma di un legame così forte da trasformare l’assenza in una piccola ferita quotidiana. L’andare verso l’amato è libertà, il doversene allontanare assomiglia a un dovere inevitabile, a cui ci si sottopone con triste consapevolezza. In questa tensione tra desiderio di unione e necessità di separazione si manifesta tutta la fragilità e la grandezza dell’amore umano.

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