L'amore, che sentimento difficile. Dove forse ciò che più conta è il teatrino della seduzione, il gioco di assoggettare qualcuno, di assoggettarsi a qualcuno.
— Gesualdo Bufalino
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La nostra interpretazione
L’esperienza amorosa viene descritta come qualcosa di complesso e sfuggente, in cui la dimensione autentica del sentimento sembra quasi oscurata dalla dinamica del potere e del desiderio. Il rapporto tra due persone non è presentato come un incontro limpido tra anime, ma come una sorta di scena teatrale, dove ognuno recita un ruolo: sedurre o lasciarsi sedurre, dominare o farsi dominare. In questo quadro, l’amore appare meno come un sentimento puro e più come un intreccio di strategie, fragilità e bisogni di conferma.
La seduzione diventa il momento centrale, non solo come attrazione, ma come esercizio sottile di controllo, in cui l’altro viene in parte modellato o condizionato, e al tempo stesso si accetta di essere modellati o condizionati. Ne emerge un’immagine ambivalente: da un lato il fascino irresistibile di questo gioco, dall’altro la consapevolezza che esso può allontanare dalla verità più profonda del legame. La difficoltà dell’amore risiede allora nel distinguere ciò che nasce da un autentico moto del cuore da ciò che è solo messa in scena, bisogno di potere, paura della solitudine o desiderio di possedere. Questa tensione continua rende l’amore un’esperienza esaltante e inquieta, mai del tutto decifrabile, dove i confini tra libertà e dipendenza, sincerità e recita, si confondono di continuo.
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