La tolleranza è un altro nome per l'indifferenza.
In vecchiaia ci si pente soprattutto dei peccati non commessi.
Nella vecchiaia ci si pente soprattutto dei peccati non commessi.
La vita ha questo di strano: che se non vuoi accettare altro che il meglio, molto spesso riesci a procurartelo.
Non c'è egoismo così insopportabile quanto quello del cristiano riguardo alla sua anima.
È sempre difficile discorrere con un ubriaco; inutile negarlo, chi non ha bevuto si trova in uno stato d'inferiorità.
Noi trascuriamo spesso le persone su cui la natura ci dà un certo ascendente; e sono pur quelle che dovremmo attaccare a noi e quasi incorporarci, le altre non attenendo a noi che col vincolo dell'interesse, che è il più mutevole oggetto che ci sia.
Gli indifferenti non hanno mai fatto la storia, non hanno mai neanche capito la storia.
La lode solletica e la trascuraggine umilia. È questo un sintomo patologico, o non piuttosto il giuoco naturale delle passioni, la legge eterna dell'umana natura?
La desistenza avviliva questo slancio, spegneva queste passioni, spingeva tutti a rinchiudersi nel terrificante perimetro circondato dalle mura del «tengo famiglia» e «mi faccio i fatti miei».
Il vero eroismo risiede nel disinteresse.
Le persone oneste devono ignorare la politica, se solo potessero essere sicuri che la politica ignori loro.
Se non ci si interessa di quello che succede, se ne diventa responsabili.
Indifferenza: non fa niente per farsi notare, ma la vedi dappertutto.
Di certo, nel vendicarsi, un uomo è soltanto pari al suo nemico, ma ignorandolo gli è superiore poiché perdonare è da principe.
La vita fa vivere la gente senza fare una grande attenzione a quello che gli succede.