È meglio non promettere il cielo e dare almeno la terra, non impegnarsi fino alla morte e offrire almeno l'amore di un momento.

Yevgeny Yevtushenko
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La nostra interpretazione

L’idea centrale ruota intorno alla sincerità nei sentimenti e nelle promesse. Viene messa in discussione la tendenza umana a promettere grandi cose, eternità, assoluti che non si è in grado di sostenere nella realtà. L’enfasi non è sull’ampiezza o sulla durata di ciò che si offre, ma sulla sua autenticità. Meglio un gesto concreto e limitato, ma reale, che un impegno grandioso destinato a restare vuoto. Questa prospettiva invita a una forma di umiltà affettiva: essere onesti con se stessi e con l’altro su ciò che si può davvero dare, senza costruire illusioni. Nel campo dell’amore, questo significa preferire un momento autentico, vissuto con intensità e presenza, al mito di un “per sempre” proclamato a parole ma non sostenuto nei fatti. Si rivaluta la preziosità dell’istante sincero rispetto alla promessa di eternità, sottolineando che la verità dell’amore non si misura solo nella durata, ma nella qualità e nella lealtà di ciò che viene offerto, anche se piccolo o temporaneo. In questo modo, viene esaltata una forma di responsabilità emotiva: non alimentare aspettative irrealistiche, ma costruire relazioni su basi concrete, accettando i propri limiti e riconoscendo che un dono modesto ma vero è moralmente superiore a una promessa infinita e ingannevole.

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