È l'ascoltatore che deve piangere, non la musica.
L'abitudine alla musica e alla fantasticheria che essa suscita predispone all'amore. Un'aria tenera e triste, purché non sia troppo drammatica, e l'immaginazione non sia obbligata a raffigurarsi l'azione, eccitando puramente al sogno d'amore, è deliziosa per le anime tenere e infelici.
La musica, questa gioia dei forti, è la consolazione dei deboli.
La Quinta Sinfonia di Beethoven è il rumore più sublime che sia mai penetrato nell'orecchio umano.
La grande musica è sempre drammatica, crea continuamente delle tensioni e le risolve ad un livello più alto.
La musica non è questione di stile, ma di sincerità.
La musica è come la vita, si può fare in un solo modo: insieme.
Noi facciamo della musica libera, dura, che picchi forte sull'Anima in modo da aprirla.
Il potere della musica è straordinario: varca e travalica i confini legati a stati, ideologie e idiomi. Proprio per questa sua caratterizzazione universale, i messaggi che si devono trasmettere dovrebbero sempre essere positivi e legati a elementi puliti, cosa che spesso viene disattesa.
Niente si può mettere bene in musica che non sia privo di senso.