In fondo non c'è idea cui non si finisca per fare l'abitudine.— Albert Camus
In fondo non c'è idea cui non si finisca per fare l'abitudine.
Questo mondo così com'è fatto non è sopportabile. Ho bisogno della luna, o della felicità o dell'immortalità, di qualcosa che sia demente forse, ma che non sia di questo mondo.
Ci sono negli uomini più cose da ammirare che da disprezzare.
L'assurdo è un peccato senza Dio.
Utilizzare i propri vizi, diffidare delle proprie virtù.
Quando saremo tutti colpevoli, sarà la democrazia.
La coscienza di un'idea generale ha all'interno una certa "unità dell'io", che è identico quando passa da una mente all'altra. È, quindi, molto simile a una persona, e in effetti, una persona è solo un particolare tipo di idea generale.
Le grandi idee arrivano nel mondo con la dolcezza delle colombe. Forse, se ascoltiamo bene, udiremo, tra il frastuono degli imperi e delle nazioni, un debole frullìo d'ali, il dolce fremito della vita e della speranza.
Un'idea fissa è una forza centripeta che tiene insieme un'esistenza impedendole di smarrirsi nell'indistinta dispersione delle cose.
Non c'è notte di luna in cui negli animi malvagi le idee perverse non s'aggroviglino come nidiate di serpenti, e in cui negli animi caritatevoli non sboccino gigli di rinuncia e dedizione.
Un'idea morta produce più fanatismo di un'idea viva; anzi soltanto quella morta ne produce. Poiché gli stupidi, come i corvi, sentono solo le cose morte.
Un'idea in un uomo somiglia a quel picchetto di ferro che gli scultori inseriscono nelle loro statue: essa l'impala e lo sostiene.
Un'idea che non sia pericolosa, è indegna di chiamarsi idea.
Il destino normale delle nuove idee è di cominciare come eresie e di finire come superstizioni.
Quando, a proposito di un'idea, si dice che si è d'accordo sul principio significa che non si ha la minima intenzione di realizzarla.
Ho un mucchio di idee brillanti e nuove, ma quelle brillanti non sono nuove e le nuove non sono brillanti.