Esistono mani fatate che possono diventare "fatali".— Alda Merini
Esistono mani fatate che possono diventare "fatali".
Nessuno mi pettina bene come il vento.
Tutte le meraviglie del cielo e della terra sono inconsapevoli.
Ero matta in mezzo ai matti. I matti erano matti nel profondo, alcuni molto intelligenti. Sono nate lì le mie più belle amicizie. I matti son simpatici, non come i dementi, che sono tutti fuori, nel mondo. I dementi li ho incontrati dopo, quando sono uscita!
Illumino spesso gli altri ma io rimango sempre al buio.
Non mettermi accanto a chi si lamenta senza mai alzare lo sguardo, a chi non sa dire grazie, a chi non sa accorgersi più di un tramonto. Chiudo gli occhi, mi scosto un passo. Sono altro. Sono altrove.
Una fatalità incombe sulla superiorità fisica e intellettuale: la stessa fatalità che sembra inseguire, attraverso la storia, i passi incerti dei re. Meglio vale non distinguersi dai propri simili.
Non si deve confondere destino con fatalità. Se è bello armonizzare con il proprio destino, non bisogna che l'anima diventi lo strumento della fatalità. Nel primo caso si ha l'accettazione attiva: ed è bene; nel secondo caso si ha la rassegnazione passiva: ed è male.
All'infuori di questa unica fatalità della morte, tutto gioia o fortuna è libertà, e rimane un mondo, di cui l'uomo è il solo padrone.