Il destino non è una catena ma un volo.
Non si è mai troppo lontani per non trovarsi.
Erano mosse apparentemente suicide. Ma erano il movimento di una zampa, o la flessione della schiena, o l'angolo di uno sguardo: intorno c'era l'animale, ed aveva un piano, ed era l'animale, l'unico, che sarebbe sopravvissuto.
La vecchia e cara Europa di Thomas Mann e degli antichi parapetti di Dresda non conta più nulla.
È sempre un qualche meraviglioso silenzio che porge alla vita il minuscolo o enorme boato di ciò che poi diventerà inamovibile ricordo.
Forse il mondo è una ferita e qualcuno la sta ricucendo in quei due corpi che si mescolano.
Il destino può mutare, la nostra natura mai.
Tutto ciò che la gente chiama comunemente destino, è costituito per lo più soltanto dalle sue stupide sciocchezze.
Siamo tutti schiavi dello stesso destino; se uno nasce, deve morire.
Un carattere nobile non si indurrà facilmente a lamentarsi del suo destino; piuttosto varrà di lui ciò che Amleto esalta in Orazio: "Giacché tu, mentre tutto dovevi soffrire, sei stato come uno cui non capitasse nulla".
Il nostro destino è di continuare a moltiplicarci, unicamente per morire innumerevoli.
Si direbbe, in realtà, all'epilogo di certi destini, che noi stessi, per una nostra legge organica, fin dall'inizio, insieme con la vita, abbiamo scelto anche il modo della nostra morte.
Il destino é un mare che non ha sponde.
Quello che la gente chiama comunemente destino, è costituito per lo più dalle sue stupide gesta.
Ciò che la gente chiama destino è, per lo più, soltanto l'insieme delle sciocchezze che essa commette.
Il destino è semplicemente la forma accelerata del tempo.