Dare la vita per i propri amici, non c'è amore più grande di questo.
L'unico modo per vedere le stelle non è desiderare, ma farsi male!
L'unica libertà concessa è resistere con dignità fino al capolinea, giocando come il gatto con il topo, consapevoli però di essere il topo, non il gatto, e di non avere scampo. Cercare di divertirsi, almeno. E poi scendere, soddisfatti. Almeno un poco. Capolinea.
Dio, non servono più le stelle: spegnile una a una. Smantella il sole e imballa la luna. Svuota l'oceano, sradica le piante. Ormai più nulla è importante.
L'amore non è per raggiungere la felicità, che quella è fuggevole e a cercare di procurarsela scappa sempre, ma l'amore è per raggiungere la gioia di vivere, che non c'entra con la felicità ma con la vita.
Il sangue è rosso e basta. E le lacrime sono salate e basta.
La felicità può essere definita, almeno parzialmente, come il frutto del desiderio e l'abilità di sacrificare ciò che vogliamo ora per quello che vogliamo alla fine.
Invece di pensare con terrore ai sacrifici che ci attendono, perché non li consideriamo un'occasione per liberarci dei falsi bisogni?
Morire è una vera stronzata. Darei la vita per non morire.
Il servizio e il sacrificio sono il codice di accesso al massimo livello di successo.
Dove c'è più sacrificio, c'è più generosità.
Vivere non è accettare tutto, ma scegliere, sfrondare, sacrificare. La linfa dell'albero sale solo quando i rami sono stati potati.
Ora, ciò che la gente chiama «sacrificio» è in realtà la vita disciplinata di uno studente della sacra conoscenza, poiché solo conducendo una simile vita colui che è conoscitore trova il mondo di Brahman.
Bisogna rassegnarsi ai voleri di Dio a prezzo di qualsiasi dolore e di qualsiasi sacrificio.
Qualsiasi idea per riuscire deve fare sacrifici; dalla lotta della vita non si esce mai immacolati.
Tu puoi vivere fino a cent'anni se rinunci a tutte le cose che ti fanno desiderare di vivere fino a cent'anni.