La parola diversi è brutta, perché l'amore ci rende uguali. Voi vi chiamate reali, ma siete distanti dalla realtà.
— Alessandro Siani
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La nostra interpretazione
L’amore viene presentato come una forza capace di annullare le distanze e le etichette tra le persone. Quando si guarda all’altro con autenticità, non ha più senso parlare di differenze come qualcosa di negativo o di separante. Il termine che sottolinea la diversità diventa spiacevole, perché considera gli individui come categorie, come gruppi separati, invece che come esseri umani legati da una comune sensibilità. L’amore, inteso come rispetto, empatia e riconoscimento reciproco, rende tutti simili nella loro dignità, al di là di status, ruoli sociali, origini o condizioni personali.
C’è anche una critica a chi si considera superiore o privilegiato, distante dai problemi e dalla vita concreta delle persone. L’idea di essere “reali” o importanti viene smascherata come illusione quando manca il contatto con la realtà quotidiana e con il sentire degli altri. Senza amore e senza la capacità di riconoscersi negli altri, la presunta grandezza risulta vuota. Il vero valore non si misura nel potere, nel prestigio o nella posizione sociale, ma nella vicinanza umana, nella capacità di vedere nell’altro un proprio simile. L’amore diventa così il criterio che livella ogni distanza e rende vana qualsiasi pretesa di superiorità, mostrando che la vera nobiltà sta nella compassione e nell’uguaglianza di cuore.