Dovresti imparare che la vita, come l'amore, è l'unico business il cui bilancio deve finire in rosso: bisogna dare tutto senza calcolare ciò che ci viene riversato. Quello che diamo agli altri è nostro per sempre, mentre quello che si tiene per sé è perso per sempre.
— Paolo Crepet
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La nostra interpretazione
L’idea centrale è che l’esistenza, così come i sentimenti più profondi, ha senso solo quando si accetta di “perderci” in termini di calcolo egoistico. Si propone un capovolgimento della logica economica: invece di misurare ciò che si dà in funzione di ciò che si riceve, viene esaltata una logica del dono totale, incondizionato. La vita e l’amore vengono paragonati a un bilancio che, se è davvero autentico, deve chiudere in perdita, perché il valore sta proprio nell’eccesso di ciò che si offre, non nella somma di ciò che si accumula.
Viene ribadito che ciò che si dona agli altri diventa parte costitutiva di chi dona: appartiene per sempre alla propria storia, alla propria identità, al proprio modo di stare al mondo. Al contrario, ciò che si trattiene per paura, avarizia emotiva o bisogno di controllo, alla fine si dissolve e non lascia traccia. L’invito è a superare il timore di “dare troppo”, riconoscendo che la vera ricchezza dell’essere umano nasce dalla generosità, dall’apertura, dall’investimento totale nei rapporti e nelle esperienze, anche a rischio di non ricevere nulla in cambio. In questa prospettiva, l’amore e la vita trovano il loro significato nel gesto stesso del donare, non nel rendimento che se ne ricava.