L'amore è il più individualistico e il più antisociale dei sentimenti.

Giuseppe Prezzolini
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La nostra interpretazione

L’amore viene presentato come una forza che isola l’individuo invece di integrarlo nel tessuto sociale. Quando una persona ama, il centro del proprio mondo si restringe radicalmente: tutto ciò che non riguarda l’oggetto del sentimento diventa secondario, sfocato, quasi irrilevante. Questo porta a trascurare ruoli, doveri, convenzioni e aspettative che normalmente regolano la vita collettiva. L’amore spezza gli equilibri, mette in discussione le regole condivise, rompe le alleanze sociali per creare una nuova alleanza esclusiva fra due individui o, talvolta, fra un individuo e la propria ossessione affettiva. La dimensione individualistica emerge dal fatto che l’amore afferma il diritto del singolo a scegliere, a desiderare, a legarsi al di là di ciò che sarebbe più utile o più accettabile dal punto di vista comunitario. La persona innamorata si sottrae al giudizio degli altri, rivendica la propria verità emotiva, spesso rifiutando compromessi con ciò che è “giusto” secondo la morale comune. In questo senso, l’amore può essere visto come una forza ribelle, che non mira all’armonia del gruppo ma alla realizzazione intensa, totale e personale di un legame. L’aspetto antisociale non indica necessariamente malvagità, ma una tensione inevitabile tra la logica del sentimento e le esigenze della convivenza, tra la passione che divide e le strutture che cercano di mantenere ordine e misura.

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