Spendi l'amore a piene mani. È l'unico tesoro che aumenta più ne sottrai...
— Romano Battaglia
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La nostra interpretazione
L’amore viene presentato come un bene paradossale e miracoloso: più lo si dona, più si accresce. Non è paragonabile alle ricchezze materiali, che diminuiscono quando vengono spese o divise; al contrario, nasce proprio nel movimento di apertura verso gli altri. L’invito è a non trattenere i propri sentimenti per paura di perdere qualcosa, ma a offrirli con generosità, senza calcoli e senza riserve. L’idea di “spendere” l’amore suggerisce un gesto concreto, quotidiano, fatto di attenzioni, gesti gentili, perdono, ascolto. È una forma di ricchezza interiore che si alimenta nel momento in cui viene condivisa, trasformando chi ama e chi è amato.
In filigrana si legge una critica alla mentalità del possesso e dell’accumulo: tutto ciò che è materiale è fragile, esposto alla perdita; solo ciò che passa attraverso le relazioni profonde acquisisce un valore che il tempo non corrode. Amare a piene mani significa accettare il rischio della vulnerabilità, della delusione, ma anche aprirsi alla possibilità di una vita più intensa e autentica. L’amore non è un tesoro da custodire gelosamente in una cassaforte interiore, bensì un flusso che deve circolare: nella famiglia, nelle amicizie, nelle relazioni casuali di ogni giorno. Così diventa forza creativa, capace di cambiare i cuori e, in piccolo, il mondo. In definitiva, la vera perdita non sta nel dare troppo amore, ma nel non averne dato abbastanza quando se ne aveva la possibilità.
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