Mi serviva qualcuno da odiare, e tu sei la persona che amo di più, perciò è toccato a te.
— Gayle Forman
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La nostra interpretazione
Un sentimento intenso e positivo può trasformarsi in un bersaglio per emozioni negative quando non si hanno altre vie d’uscita. Quando il dolore, la frustrazione o il senso di smarrimento diventano insopportabili, si cerca istintivamente qualcuno su cui riversarli. E spesso finisce per essere la persona più amata, quella che è al centro del proprio mondo emotivo. Non perché lo meriti, ma perché è la figura più vicina, quella che può contenere, assorbire e forse capire il caos interiore.
Si crea così un paradosso doloroso: l’oggetto dell’affetto più profondo diventa il destinatario dell’ostilità più intensa. Questo rivela quanto siano strettamente intrecciati amore e odio, soprattutto quando ci si sente vulnerabili e spaventati dall’idea di perdere qualcuno o di perdere sé stessi. Nel profondo, però, si percepisce che quell’aggressività è solo il riflesso distorto di un legame fortissimo, un tentativo disperato di sfogare la sofferenza proprio con chi rappresenta, pur nel conflitto, la casa emotiva più sicura.