Noi europei non ci siamo indebitati per salvare le banche e poi osservarle da lontano mentre tengono chiusi i rubinetti per l'economia reale.
La guerra fredda è cominciata con la divisione dell'Europa, e finirà solo quando sarà di nuovo unita.
Siamo parte del continente europeo, non solo un balcone che si affaccia sull'Atlantico.
La gente oggi non vuol governare; essa vuole esser governata, e avere la sua pace. Se fossero di più i grandi uomini di stato in Europa, ci sarebbero meno partiti.
La costruzione dell'Europa è un'arte. È l'arte del possibile.
L'Europa ha le risorse per salvarsi da sola. I cittadini devono capire che va rimesso in discussione un modello di sviluppo e di welfare in cui si scaricava tutto sul settore pubblico, sull'indebitamento, sulle generazioni future. Ora siamo arrivati alla generazione che quel debito deve ripagarlo.
Per essere italiani nel mondo dobbiamo essere europei in Italia.
Notiamo che l'incivilimento europeo è frutto di infinite guerre e della larghissima distruzione dei deboli compiuta dai forti; con quelle sofferenze si è comprata la prosperità presente; ciò è bene o è male?
Solo in Europa si è preteso, ad un certo punto, di affidare allo stato nascente dell'innamoramento la stabilità della coppia, della famiglia e perfino i criteri di perpetuazione della specie.
Dalla prima uscita puoi annà ar Vaticano / Ce sta un inglese che guida contromano / Dice: "C'avete voluto in Europa e mo' c'entriamo, contromano".
Vogliamo essere europei di lingua italiana, piuttosto che italiani di lingua toscana.
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