Salerno, rima d'inverno, o dolcissimo inverno. Salerno, rima d'eterno.
Quando si nasce poeti, l'amore e la morte si fanno compagnia e tutti e due hanno le tasche bucate per non contare gli anni.
I tuoi occhi son come la giovinezza grandi, perduti, lasciano il mondo. Potrebbero dirti morta senza rumore e incamminare su te il cielo, passo a passo, seguendo l'alba.
Nella giovinezza, se non addirittura nell'adolescenza, la contemplazione dell'amore e la contemplazione della morte sono veramente nel nostro sguardo. Ma direi di più. Sono il nostro sguardo.
In quel grande silenzio dove arriva l'alba dai porti delle nebbie, ai vetri d'una casa straniera, io parlerò della vita perduta come un sogno e tu m'ascolterai dentro al tuo freddo chiudendo gli occhi a poco a poco, azzurra.
I consigli della vecchiaia rischiarano senza riscaldare, come il sole d'inverno.
Il riso è il sole che scaccia l'inverno dal volto umano.
La vedi nel cielo quell'alta pressione, la senti una strana stagione? Ma a notte la nebbia ti dice di un fiato che il dio dell'inverno è arrivato.
Col Vaticano II ci aspettavamo la primavera e invece è venuto l'inverno.
L'inverno cambia in pietra l'acqua del cielo e il cuore dell'uomo.
Si può paragonare la nostra vita a una giornata d'inverno. Veniamo al mondo tra le dodici e l'una di notte e prima delle otto non fa giorno. Non sono ancora le quattro del pomeriggio e fa di nuovo scuro. Alle dodici moriamo.
La nostra avventura è terminata. L'inverno di quest'anno è morto come la tomba. Forse quando moriremo, forse soltanto la morte potrà darci la chiave e il seguito e la fine di questa avventura mancata.
Era una di quelle rare, splendide giornate d'inverno nelle quali anche l'Inghilterra si ricorda che c'è un sole.
Vorrei che tu venissi da me in una sera d'inverno e, stretti insieme dietro i vetri, guardando la solitudine delle strade buie e gelate, ricordassimo gli inverni delle favole, dove si visse insieme senza saperlo.
Pensa sempre a quanto è lungo l'inverno.