L'attacco fra le cosce è solo un'estensione del proiettile tra gli occhi.
L'arma peggiore di una donna ferita è il cinismo. Anche la più equilibrata può essere di una violenza spaventosa.
Antipatie violente sono sempre sospette, e tradiscono una affinità segreta.
La violenza è dappertutto ed è insensata. Ce ne vuole a dirlo, perché io pure ho ucciso. Ma io saltavo i banconi e lo mettevo nel conto. Se andava male, sapevo che sarebbe toccata o a me, o alle guardie che mi inseguivano sparando. Oggi chi è lo scemo che rapina una banca?
La nonviolenza è il fine di tutte le religioni.
La violenza è l'uomo che ricrea se stesso.
La pace si trova dentro se stessi. La violenza provoca sofferenze, la pace si ottiene non pregando, ma si genera all'interno di sé e poi nella propria famiglia.
Soprattutto oggi, in epoca di permissivismo sessuale, lo stupro non risponde a un bisogno fisiologico, facilmente appagabile altrimenti, ma a quello psicologico di umiliare e annullare la donna, il nemico di sempre sfuggito al controllo.
Soltanto i deboli commettono crimini: chi è potente e chi è felice non ne ha bisogno.
Lo Stato chiama «legge» la propria violenza, e «crimine» quella dell'individuo.
Ciò che mi spaventa non è la violenza dei cattivi; è l'indifferenza dei buoni.