Appena la bontà si preoccupa dell'ammirazione, non è più bontà.
I sistemi più autoritari provocano, nei paesi in cui vengono applicati, allucinanti casi di devianza e, per la stessa ragione, inducono a una relativa tolleranza rispetto alle stranezze umane più strabilianti.
Non c'è cosa più virile del mirare giusto.
Il senso di colpa è un fenomeno assurdo: non sono mai i colpevoli a soffrirne. Spesso sono le vittime a farsene carico, solo perché occorre che qualcuno se ne faccia carico.
Grazie al nemico la vita, questo sinistro accidente, si trasforma in epopea.
L'intimità, al giorno d'oggi, è il Santo Graal.
La bontà vera non l'artificiosa, quasi direi, la mercantile condiscendenza ad ogni desiderio altrui, conquista gli animi più delle superbe violenze, più dei dottissimi raziocini.
Essere buoni con chi non ti ha caro richiede non solo molta benevolenza ma anche molto tatto.
Non c'è odore più cattivo di quello emanato dalla bontà corrotta: è l'umana e divina carogna che lo produce. Se sapessi con sicurezza che un uomo sta venendo da me per farmi del bene, correrei a mettermi in salvo.
Tutti quanti gli uomini sono buoni nella stessa maniera: infatti, diventano buoni, venendo in possesso delle medesime cose.
I buoni non amano disputare. Coloro che amano disputare non sono buoni.
La bontà vera è, non debolezza, ma forza. L'uomo debole è solo buono in apparenza.
Nessuno può essere buono a lungo se non c'è richiesta di bontà.
Con la mancanza di collera si vinca la collera. Con la bontà si vinca la cattiveria. Con la generosità si vinca l'avarizia. Con la verità si vinca il menzognero.
Nulla è più raro della genuina bontà.
La bontà è più facile da riconoscere che da definire.