L'assenza di difficoltà produce solo cretini.
Magari uno rimpiange di aver perso qualcosa, e l'ha perso solo per trovare di meglio.
Ci sono casi in cui la ragione o il torto sono quasi inequivocabilmente da una parte, ma sono rari. I motivi si confondono, i torti e le ragioni si incrociano di continuo.
Nell'amico c'è qualcosa di noi, un nostro possibile modo di essere, il riflesso di una delle altre identità che potremmo assumere.
Cosi spettatori delle nostre vite da restare a guardare come spettatori mentre quello che ci succedeva entrava a far parte del nostro passato.
È che non bisognerebbe mai immaginarsi qualcosa troppo nel dettaglio perché l'immaginazione finisce per mangiarsi tutto il terreno su cui una cosa potrebbe accadere.
Nessuno conosce il peso del fardello altrui.
Non rifletté, scientemente, che la soluzione della propria difficoltà consisteva delll'ammettere il fatto che non c'era soluzione.
Come mi riesce difficile vedere ciò che è davanti ai miei occhi!
Più difficile fare una cosa che parlarne? Per nulla. Questo è un volgare errore della massa. È molto, molto più difficile parlare di una cosa che farla.
Le nostre difficoltà quotidiane celano abissi, non sono altro che la punta di un enorme iceberg.
La vera difficoltà dell'uomo non è di godere i lampioni o i panorami, non di godere i denti-di-leone o le braciole, ma di godere il godimento, di mantenersi capace di farsi piacere ciò che gli piace.
Quel che hanno di più difficile i periodi difficili della vita è che essi si ripetono.
È bene affrontare le difficoltà in gioventù perché chi non ha mai sofferto non ha temprato pienamente il suo carattere. Il samurai che si scoraggia o cede di fronte alla prova non è di alcuna utilità.
Chi non sopporta una croce non merita una corona.
L'uomo ha bisogno di difficoltà: sono necessarie alla salute.
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