Non è perché le cose sono difficili che non osiamo, ma è perché non osiamo che sono difficili.
Che c'è di tanto ridicolo quanto cercare la morte, se proprio per paura della morte ti sei reso la vita impossibile?
Il vero bene, saggezza e virtù, non muore, è sicuro ed eterno; è l'unica cosa immortale che tocca ai mortali.
Dobbiamo pensare quanto più lieve dolore sia non avere che perdere: e comprenderemo che la povertà ha tanto meno materia di sofferenze quanto minore ne ha di danni.
Vivere non è poi una gran cosa: tutti i tuoi servi, tutte le bestie vivono: l'importante è morire con dignità, saggezza e coraggio.
Imparare la virtù significa disimparare i vizi.
Le maggiori difficoltà stanno dove noi le cerchiamo.
Quel che hanno di più difficile i periodi difficili della vita è che essi si ripetono.
Le difficoltà superate sono opportunità guadagnate.
Avviene assai volte, che moltiplicando i mezzi per arrivare ad un medesimo fine ci si arrivi più difficilmente.
Quando ci si trova davanti un ostacolo, la linea più breve tra i due punti, può essere una linea curva.
Le nostre difficoltà quotidiane celano abissi, non sono altro che la punta di un enorme iceberg.
Più difficile fare una cosa che parlarne? Per nulla. Questo è un volgare errore della massa. È molto, molto più difficile parlare di una cosa che farla.
Il difficile non è raggiungere qualcosa, è liberarsi dalla condizione in cui si è.
Molte di quelle che chiamiamo difficoltà non ci paiono tali se non perché non ci vogliam torre la briga di cercare i mezzi, spesso molto semplici e maneggevoli, che basterebbero a superarle.
La vera difficoltà dell'uomo non è di godere i lampioni o i panorami, non di godere i denti-di-leone o le braciole, ma di godere il godimento, di mantenersi capace di farsi piacere ciò che gli piace.
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