A che ci serve viaggiare, se non riusciamo ad evitare noi stessi?
Lo stolto, tra gli altri mali, ha anche questo: incomincia sempre a vivere.
La mente che è ansiosa per gli eventi futuri è avvilita.
Attraverso le asperità, alle stelle.
Per fare ciò che si vuole bisogna nascere re o stupidi.
L'attesa del castigo è già una pena.
Conversare con uomini d'altri secoli é quasi lo stesso che viaggiare.
L'inverno passa e i venti caldi di Maggio mi fanno desiderare di vagabondare nuovamente. Il sibilo di una locomotiva in una notte calma ha un richiamo, inesplicabile, eppure forte, come la luce che porta una falena alla distruzione.
Viaggiate, se avete quattrini, in buona compagnia e guarirete.
Ma forse mancano i viaggi più straordinari. Sono quelli che non ho mai fatto,quelli che non potrò mai fare. Restano non scritti, o chiusi in un loro segreto alfabeto sotto le palpebre, la sera. Poi arriva il sonno, e si salpa.
Dovunque si vada, è solo lì che si è.
Il paradiso per me? Mia moglie ed io sulla Route 66 con una tazza di caffè, una chitarra da quattro soldi, un registratore preso dal rigattiere, una stanza del Motel 6, e una macchina in buone condizioni parcheggiata davanti alla porta.
La cosa più importante da mettere in valigia è un libro: probabilmente nessun compagno di viaggio sarà più generoso, originale, vivace e socievole. Penne e taccuini, naturalmente.
Ogni viaggio comincia con un vagheggiamento e si conclude con un invece.
Non c'importa tanto di non arrivare da nessuna parte quanto di non avere compagnia durante il tragitto.
Viaggiare serve soltanto per voler più bene al luogo dove siamo nati.