A che ci serve viaggiare, se non riusciamo ad evitare noi stessi?
L'uomo saggio è anche moderato; l'uomo moderato è anche tenace; l'uomo tenace è imperturbabile, l'uomo imperturbabile non è mai triste; chi non è mai triste è felice; quindi, il saggio è felice e la saggezza è sufficiente per avere una vita felice.
Il mondo è eterno, ma le sue singole parti non sono sempre uguali.
I più ondeggiano infelici tra il timore della morte e le angosce della vita: non vogliono vivere, né sanno morire.
Non puoi fuggire le necessità, ma le puoi vincere.
Un viaggio è una nuova vita con una nascita, uno sviluppo e una morte, che ci è offerta all'interno dell'altra. Approfittiamone.
Niente come tornare in un luogo rimasto immutato ci fa scoprire quanto siamo cambiati.
Il viaggio: un partire da me, un infinito di distanze infinite e un arrivare a me.
Gli esseri umani, ovunque si trovino, quando vedono in lontananza, avvolto nella foschia, il porto verso cui sono diretti, capiscono cosa significhi essere uno straniero.
Cos'è quella sensazione che si prova quando ci si allontana in macchina dalle persone e le si vede recedere nella pianura fino a diventare macchioline e disperdersi?
La cosa che più conta di un viaggio è non smettere di viaggiare.
Ero un giovane scrittore e volevo andare lontano. Sapevo che a un certo punto di quel viaggio ci sarebbero state ragazze, visioni, tutto; sapevo che a un certo punto di quel viaggio avrei ricevuto la perla.
Quando viaggio sogno veramente molto. Forse questa è per me una delle ragioni principali per viaggiare. Ha qualcosa a che fare con strane stanze, rumori e odori inusuali, con le vibrazioni, col cibo, con le ansie legate al viaggio.
Partiamo all'alba, con il cervello ardente, il cuore gonfio di rancore e desideri amari, e andiamo, docili al ritmo delle onde, cullando l'infinito nostro sul finito dei mari...
Un seminario sui viaggi nel tempo si terrà due settimane fa.