La realtà non esiste, l'hanno inventata gli uomini per i loro scopi.
La perfezione è il più grave errore del burocrate e dell'uomo: la ricerca dell'equilibrio diventa fede in una verità dogmatica.
La volontà viene dal potere.
Il denaro è l'espressione della volontà non mai appagata e che si rinnovella.
Dio è all'inizio, non mai alla fine.
Ciò che è razionale è reale; e ciò che è reale è razionale.
La malattia della cultura del XX secolo è l'incapacità di percepire la realtà. Le masse si raccolgono davanti alla televisione a guardare teleromanzi, film, idoli rock, e vivono selvagge emozioni attraverso questi simboli; ma nelle loro vite quotidiane sono emotivamente morte.
Poiché la sfera della coscienza si restringe nell'azione, chi agisce non può pretendere all'universale: l'agire è un aggrapparsi alle proprietà dell'essere a detrimento dell'essere, a una forma di realtà a scapito della realtà.
Si può osservare che nelle discussioni politiche, religiose o d'altra natura la gente non vuole affatto conoscere la realtà delle cose, ma solo essere confermata nei suoi pregiudizi: è di una fede, non della verità, che ha bisogno.
La realtà disegna a volte mostri ben peggiori e quando succede non si può strappare il disegno perché tutto finisca.
Se la televisione è lo specchio della realtà, perché non la si tiene in bagno?
Io non so com'è la realtà... ci sfugge, mente di continuo. Io diffido sempre di ciò che vedo, di ciò che un'immagine ci mostra, perché immagino ciò che c'è al di là: e ciò che c'è dietro un'immagine non si sa.
I mostri sono reali e anche i fantasmi sono reali. Vivono dentro di noi e, a volte, vincono.
Siamo costretti, per rendere la realtà sopportabile, a coltivare in noi qualche piccola follia.
La realtà non si forma che nella memoria.